MARCO RIPOLDI in Il Fuoriclasse
teatro
di e con Marco Ripoldi
Viviamo in una società dove la competizione e la voglia di emergere rispetto agli altri è una priorità, una necessità per raggiungere gli obbiettivi della vita. Oggi per essere qualcuno devi essere il più bravo, il più talentoso, il più affamato, devi essere un fuoriclasse. Il protagonista di questa storia nasce nella periferia di Milano, a Rozzano ed è figlio di un mister di una squadra di calcio e di una maestra. Fin da subito vive una doppia pressione. A scuola e al campo. Di solito chi da piccolo va bene a scuola non è forte a giocare a calcio E chi è forte a giocare a calcio difficilmente è un grande studioso. Ecco io avevo la possibilità di fallire in entrambe le cose.
Il fuoriclasse è uno spettacolo che vuole risvegliare il talento che c’è in ognuno di noi, quel talento che per varie giustificazioni motivate spesso si addormenta e non riesce più a emergere in questa società che non ha tempo di aspettare. E’ uno spettacolo che racconta la storia di un sogno e dell’amore per lo sport più popolare che ci sia: il CALCIO Perché chi nasce in periferia e di sesso maschile non può vivere senza il sogno di diventare un calciatore professionista. Un calciatore vero, di quelli che diventano ricchi e famosi. In tanti abbiamo pensato che fosse la soluzione perfetta, definitiva, la soluzione per porre fine alle mille domande che ci facciamo; Chi siamo? Che storia vogliamo scrivere? Chi vogliamo diventare? Ma come in tutte le storie non tutto va come si spera e allora ecco i primi infortuni, gli insuccessi, le prime gaffe, ma se riesci ad arrivare alla consapevolezza che quelle sono esperienze necessarie che ti renderanno più forte, più consapevole, ecco allora forse puoi diventare tu il fuoriclasse. Io credo che puoi conoscere Dio senza essere mai entrato in chiesa ma non puoi conoscere il calcio senza essere mai entrato a San Siro. È come entrare in una cattedrale e vedere lo stadio pieno è un emozione che va al di là della passione per lo sport. A me piace immaginare il pubblico come fosse al Globe Theatre di Londra, dei tempi di Shakespeare, oppure sugli spalti di San Siro oggi; in entrambi i posti nobili e poveri sono uno accanto all’altro e si ritrovano seduti vicini a tifare per 90 minuti la stessa squadra provando e condividendo le stesse emozioni.
Poi dopo i tre fischi finali ognuno torna nella sua vita. Come se nulla fosse. In scena, o se preferite in campo, un attore ambidestro pronto a impostare e portare avanti il gioco. La partita nonostante la preparazione ha risultati palesemente comici, ma non mancheranno colpi di scena degni della più bella finale di Champions, con musica dal vivo suonata e cantata.
MARCO RIPOLDI è un attore di teatro, cinema, televisione e web. Collabora in teatro dal 2007 con Paolo Rossi e con altre compagnie teatrali. Volto noto de il Terzo Segreto di Satira di cui è protagonista del loro film “Si muore tutti democristiani” e di tanti altri video del collettivo satirico (tra tutti “Il dalemiano”). Ha lavorato nel cinema con Claudio Bisio in “Bentornato Presidente”, con Scamarcio ne “Lo Spietato”, con Biggio e Mandelli ne “La Solita commedia”, con Germano Lanzoni nel film e in diversi sketch del “Milanese Imbruttito”, in televisione con Angelo Pintus in Before Pintus. Tra le ultime esperienze “Così è o mi pare” primo film/spettacolo in realtà virtuale con Elio Germano che firma la riscrittura e la regia. Da sempre appassionato di calcio, giocato e tifato. Nel suo percorso non ha mai dimenticato o rinnegato le sue origini, nato e cresciuto a Rozzano, periferia di Milano, figlio di un calciatore e di una maestra, ha evitato la malavita e stimolato dal contesto ha coltivato gli studi di Giurisprudenza attratto dalla criminologia e dallo studio sulla devianza. Insegna abitualmente a Campo Teatrale corsi di comicità e collabora con diverse realtà d’Italia. E’ clownterapeuta professionista per la Fondazione Dottor Sorriso con cui allieta armato di ukulele diversi reparti ospedalieri di Milano.